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Petrolio. L'impero del petrolio di Rockfeller

I primi passi verso il potere

Il 27 agosto 1859 ebbe inizio la "grande corsa al petrolio". Le tecniche di perforazione sperimentate a Titusville avevano dato il risultato sperato di estrarre petrolio in profondità a costi competitivi. Come spesso accade in questi casi, i capitalisti pionieri che dominarono la scena nela fase iniziale furono rapidamente sostituiti da altri personaggi. Tra questi nuovi capitalisti si distinse rapidamente John D. Rockefeller.

Il suo nome è diventato il simbolo storico del capitalismo di fine ottocento e dell'animal spirit che spingeva i self-made man all'investimento e all'imprenditoria nel grande sconfinato territorio americano. La guerra di secessione era finita da poco lasciando un paese da ricostruire a cui si aggiungevano le grandi praterie dell'ovest da conquistare e "civilizzare".

Come molti capitalisti-imprenditori dell'epoca, Rockefeller, poco più che ventenne, fondò una società commerciale il cui core business era alquanto vago. Si commerciava di tutto purché avesse un prezzo di vendita. La società era a capo di Rockefeller e del socio Maurice Clark ed operava nel territorio di Cleveland nei mercati della carne e del frumento. Il boom del petrolio del 1859 li coinvolse nel mercanto nascente. Rockefeller e Clark avviarono alcune piccole industrie di raffinazione di petrolio lungo la ferrovia di Cleveland. Il trasporto su rotaia era l'unico modo per trasportare il petrolio dai luoghi di estrazione ai grandi mercati dell'est e la città di Cleveland si trovava in una favorevole posizione geoeconomica.

I profitti elevati provenienti dalla raffinazione convinsero Rockefeller a dedicare la sua attenzione esclusivamente al settore del petrolio. In breve, liquidò il suo socio acquistando l'intera proprietà dell'azienda per mettersi in grado di manovrare una politica commerciale ambiziosa e aggressiva. Nel settore della raffinazione operavano diverse società in forte concorrenza tra loro e Rockefeller ambiva apertamente al controllo monopolistico dell'intero mercato. Lo stesso "Rockefeller" definì il contesto come "il grande gioco".

Era un particolare momento del capitalismo in cui l'entusiasmo negli affari e la corsa al profitto dominavano su ogni altro aspetto. Le aziende erano guidate da uomini che si sfidavano in affari come in aspre guerre personali senza esclusioni di colpi.

Il "colpaccio" di Rockefeller

L'entusiasmo nella corsa al petrolio portò rapidamente ad una situazione di sovraproduzione petrolifera e il prezzo del petrolio si dimezzò causando perdite economiche sia ai produttori/estrattori di petrolio sia anche alle aziende di raffinazione che lo preparavano per essere immesso sui mercati di sbocco.

Il tipico panico che segue una fase di grande entusiasmo portò molti investitori a svendere le proprie industrie. Rockefeller comprese l'importanza del momento, un'occasione unica per acquistare le industrie di raffinazione concorrenti. Nel 1870 fondò la società per azioni Standard Oil Company riuscendo ad ottenere nuova liquidità dalla vendita delle azioni e acquistare le aziende concorrenti in svendita. Nel suo gioco mantenne comunque il capitale di controllo della Standard Oil Company.

Nel pieno della depressione Rockefeller ebbe il coraggio di andare contro tendenza realizzando una serie di grandi fusioni industriali allo socpo di raggiungere la leadership nella raffinazione del petrolio. Ci riuscì. La Standard Oil Company era diventata in breve tempo l'industria di raffinazione più forte del mercato americano.


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