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Enrico Mattei

Nella storia del petrolio merita un posto anche l'italiano Enrico Mattei, ex presidente dell'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) e dell'Agip negli anni '50. La sua carriera come uomo di Stato è stata principalmente improntata a garantire all'Italia un approvvigionamento energetico quanto più diretto e sicuro. Dapprima sottovalutato e poi temuto, il lavoro di Mattei ha ostacolato per un decennio il monopolio delle grandi compagne angloamericane del petrolio (cd "Sette Sorelle"). Uno dei principali successi di Enrico Mattei è di aver scardinato la regola del "fifty fifty" imposta dalle compagnie petrolifere angloamericane ai paesi produttori di petrolio. In base a questa regola, i paesi produttori di petrolio beneficiavano del 50% dei profitti in cambio del rilascio delle concessioni di estrazione alle compagnie straniere.

Accordo petrolifero Eni-Iran di Mattei

Approfittando della crisi di Suez, Enrico Mattei prese contatti diretti con lo scià di Persia, Reza Palhevi, per proporre nel 1957 un accordo paritario. L'Iran e l'Italia avrebbero costituito una società al 50%, la quale avrebbe riconosciuto il 50% delle royalties allo Stato iraniano ed il restante 50% diviso equamente tra l'Eni e l'ente nazionale petrolifero iraniano (National Iraniana Oil Company, Nioc). Di fatto, essendo la Nioc un'azienda di Stato, lo Stato iraniano beneficiava del 75% dell'accordo (venti cinque punti percentuali in più rispetto alla regola angloamericana del fifty-fifty) e, cosa non meno importante, della partecipazione tecnologica diretta nelle attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi. L'accordo fu siglato il 14 marzo 1957 tra Eni e Nioc. L'8 settembre 1957 le due società fecero nascere la Sirip (Società Irano-Italienne des Pétroles). Le attività di ricerca del petrolio furono a carico dell'Eni-Agip con il patto di rimborso delle spese in caso di scoperta di riserve e di giacimenti petroliferi sul suolo iraniano.

La formula degli accordi di Enrico Mattei

Al di là del gioco al rialzo compiuto da Mattei, il successo dell'operazione fu soprattutto dovuto alla proposta di partnership che il presidente dell'Eni fece allo Stato iraniano. Il paese produttore di petrolio non era più solo il mero titolare dei diritti di estrazione, da concedere a questa o quella compagnia petrolifera internazionale senza alcuna voce in capitalo, ma partecipava anche all'organizzazione, alle responsabilità e alla produzione. Ogni operazione era effettuata sotto la supervisione dei governi locali. Il rapporto "alla pari" trovò immediatamente il favore dei paesi mediorientali, di recente usciti dalla morsa secolare della dominazione coloniale franco-britannica. Per i paesi produttori di petrolio La mancanza di storia coloniale dell'Italia e la sua sconfitta nella seconda guerra mondiale, erano altre due valide garanzie a favore dell'accordo proposto da Mattei.

La protesta delle Sette Sorelle

Il lavoro di Enrico Mattei creò notevole fastidio alle compagnie multinazionali petrolifere angloamericane, le quali intravedevano il pericolo di una destabilizzazione dell'approvvigionamento petrolifero dal Medio Oriente e, soprattutto, il rischio di indebolimento della propria posizione di cartello. Il lavoro di Enrico Mattei e dell'Eni iniziò a diventare una minaccia per l'ordine mondiale uscito vincitore dalla seconda guerra mondiale e quasi totalmente in mano agli interessi americani. Dallo stesso governo di Washington furono avanzate molte pressioni al governo italiano per evitare l'accordo Eni-Iran. L'accordo fu soltanto una delle sfide lanciate da Mattei alle Sette Sorelle. Altri importanti mosse di Enrico Mattei furono compiute cercando accordi diretti con l'Egitto, l'Algeria, la Libia e l'Unione Sovietica. Mattei morì il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo.

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