Petrolio. Il Medio Oriente
Una studio di alcuni geologi indicava nelle vaste aree della Persia un grande potenziale petrolifero. Le riserve petrolifere nel Medio Oriente erano comunque note fin dall'antichità, quelle in superficie erano utilizzate per attività edili o medicinali.
Agli inizi del novecento fu lo stesso governo persiano a sollecitare l'attenzione delle società petrolifere occidentali offrendo loro le concessioni di ricerca e prospezione. L'investimento era a elevato rischio. Il Medio Oriente era considerato un terreno di conquista dalla Russia e dalla Gran Bretagna. Qualsiasi attivtà di ricerca petrolifera straniera avrebbe fatto sorgere la pressione di una delle due grandi potenze dell'ottocento. Ai delicati equilibri dello scacchiere politico internazionale si aggiungeva le difficoltà ad operare in un clima fatto di tumulti e proteste popolari degli integralisti religiosi contro l'eccessiva presenza straniera sui territori arabi.
La risposta arrivò nel 1903 da uno speculatore inglese, William Knox D'arcy, abituato ad operare con una rete di intermediari qualificati a trattare affari ad alto rischio. La crisi del governo zarista e il suo impegno bellico nella guerra contro il Giappone ridusse l'attenzione del governo russo nell'area persiana. Per precauzione D'Arcy fece comunque escludere dalla concessione petrolifera le aree settentrionali della Persia confinanti con la Russia. Il governo inglese sostenne l'iniziativa privata di D'Arcy finanziando l'acquisto e la negoziazione della concessione con lo scià Mu-zaffar al-Din.
Le prime prospezioni operate da D'Arcy nei pressi di Baghdad non ebbero successo. Il governo britannico non accettò di rinnovare il finanziamento dell'impresa ma, al contempo, non gradiva l'ipotesi che le prospezioni fossero continuate dalle imprese russe. La soluzione arrivò tramite il coinvolgimento di una società petrolifera scozzese, la Burmah Oil, che rilevò l'impresa di D'Arcy fornendo capitali e mezzi necessari per continuare la ricerca delle riserve petrolifere sui territori persiani.
Le continue proteste popolari provocarono la caduta dello Scià e le grandi potenze si accordarono per una pacifica divisione della Persia in sfere d'influenza geopolitica.
Nel 1908 venne scoperto il primo grande giacimento petrolifero sul territorio persiano, si trovava a Masjid-i-Suleiman. Il consorzio della Burmah Oil si trasformò in Ango-Persian Oil Company (APOC) che si aprì all'azionariato pubblico riscuotendo grande successo e ottenne la protezione ufficiale del governo britannico. La APOC si trasformò nel lungo braccio del governo britannico sulle ricche riserve petrolifere del Medio Oriente.
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