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La misura dell'utilità

Nella lezione precedente abbiamo introdotto il concetto di "relazione di preferenza" tra due panieri anticipando il concetto di funzione di utilità. Il dibattito sulle funzioni di utilità ha luogo fin dal '700 con alterne vicende sulla sua effettiva misurabiltà. L'intento di introdurre la scienza economica nell'olimpo delle scienze pure (fisica) ha generato un vastità di contributi sul tema. In breve e con molta semplicità si può affermare l'impossibilità di giungere ad una misurazione cardinale dell'utilità unica, oggettiva e generale valida per tutti. Ogni individuo può associare una relazione ordinale tra diverse scelte ma non potrà mai fornire un'esatta misura delle utilità ricevute. Inoltre, anche assumendo per ipotesi l'esistenza di una misura cardinale dell'utilità, questa varrebbe solo per il solo individuo e non anche per gli altri. Nei primi anni del '900 prevalse, quindi, il concetto di utilità ordinale. Questa scelta ha consentito di avvalorare la teoria delle utilità senza essere sottoposti alle note critiche da parte dei fautori dell'economia come scienza morale. A questo punto, dopo la debita premessa, possiamo introdurre la funzione di utilità nella sua forma matematica:

funzione di utilità

Il valore U è determinato dalla funzione matematica le cui variabili indipendenti sono date dalle quantità x dei 2 beni (panieri di beni). Rappresentando in un diagramma cartesiano le combinazioni delle quantità dei beni (panieri) tali da consentire un medesimo livello di utilità U otteniamo un curva di indifferenza.


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