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Deforestazione

La deforestazione è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste. E' uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo. La presenza delle foreste gioca un ruolo di grande importanza per il mantenimento degli equilibri dell'ecosistema. Tramite il processo della fotosintesi le piante sottraggono l'anidride carbonica nell'aria (effetto serra) rilasciando al suo posto l'ossigeno. Le foreste consentono di filtrare e trattenere le acque, riducendo i rischi idrogeologici del territorio, distruggere l'habitat per migliaia di specie animali e vegetali (biodiversità), aumentare l'umidità del clima, frenare l'erosione del suolo ecc. La deforestazione è il risultato di un'azione irrazionale dell'uomo. Quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita, allora la popolazione di alberi si riduce (deforestazione). Col passare del tempo si ridurranno anche gli effetti positivi apportati dalle piante all'intero ecosistema.

Cause della deforestazione

La deforestazione è un fenomeno storico. In qualsiasi epoca della nostra storia possiamo trovare esempi di deforestazione. Nell'antica Roma repubblicana, nella Parigi medievale ecc. Quello che contraddistingue la deforestazione contemporanea è l'elevata scala con cui si manifesta lo sfruttamento delle risorse. In origine, i principali responsabili delle deforestazioni furono i paesi occidentali. Basti pensare che quasi tutte le foreste europee sono andate interamente distrutte nel corso dei secoli della storia. In epoca contemporanea il problema della deforestazione è legata principalmente al sottosviluppo. I paesi industrializzati (ricchi) hanno già da tempo distrutto le proprie foreste primarie. Possiamo individuare le cause della deforestazione nelle seguenti:

  • Legname come combustibile. Un terzo della popolazione mondiale è costretto ad utilizzare il legname come combustibile per riscaldare le abitazioni o per cucinare. In questi paesi sono ancora disponibili le ultime foreste primarie del pianeta.
  • Creare nuove terre coltivabili. In molti paesi in via di sviluppo le foreste sono tagliate per creare nuove terre coltivabili. Le classi più povere sono costrette a questa pratica nell'intento di creare una economia di sussistenza. Purtroppo queste terre sono successivamente acquistate dagli speculatori che ricomprano gli appezzamenti dagli agricoltori per destinarli ad uno sfruttamento edilizio o minerario. Gli agricoltori sono pertanto costretti a tagliare altre aree forestali. Molte terre coltivate sono monocolture per produrre prodotti non alimentari (es. gomma naturale) destinati ad essere acquistati come materia prima delle filiere industriali (es. biocarburanti). Essendo le terre coltivabili una entità limitata, questo riduce la quantità di produzione agricola per l'alimentazione, spingendo le classi più povere al taglio delle foreste per creare un'agricoltura familiare di sussistenza.
  • Domanda di legno pregiato. La domanda di legno pregiato accresce il taglio degli alberi delle foreste equatoriali e tropicale.

La deforestazione è uno dei principali argomenti sul tavolo internazionale tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. I paesi sviluppati sono favorevoli alle politiche di conservazione delle ultime foreste del pianeta. I paesi in via di sviluppo che possiedono tali foreste, ribadiscono invece il loro diritto ad utilizzare le risorse naturali per crescere, ripercorrendo lo stesso cammino compiuto un tempo dai paesi industrializzati. Negli ultimi venti anni lo sfruttamento delle foreste non si è ridotto. Si registra un fenomeno di rimboschimento nei paesi occidentali, dove la superficie verde è aumentata. Il rimboschimento non risolve però le conseguenze della deforestazione in termini di perdita della biodiversità, causate dalla distruzione delle foreste primarie nei paesi in via di sviluppo.


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