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Paleomagnetismo

Il paleomagnetismo è la branca della geofisica che si occupa di studiare le proprietà magnetiche e le caratteristiche del campo geomagnetico della Terra nel passato. Il paleomagnetismo è anche conosciuto con il nome di magnetismo fossile. Gli studi compiuti negli anni Cinquanta hanno messo in evidenza il fenomeno delle variazioni d'intensità del campo magnetico terrestre. In particolar modo, hanno conquistato un'ampia attenzione da parte dei mass media e del pubblico gli studi sulle inversioni dei poli magnetici. Grazie agli studi di paleomagnetismo è stato possibile anche analizzare le cause dell'espansione dei fondali oceanici.

Strumenti di analisi del paleomagnetismo

Gli studi di paleomagnetismo analizzano le proprietà delle rocce ignee (lave basaltiche) e delle rocce sedimentarie (arenarie rosse) alla ricerca di minerali magnetici, i quali hanno la caratteristica di registrare la direzione del campo magnetico al momento della loro formazione. Quando i minerali magnetizzabili si cristallizzano, in seguito al raffreddamento del magma (punto di Curie), sono influenzati dalla direzione del campo magnetico esistente in quel momento. Nel caso delle rocce sedimentarie, invece, si analizza la direzione delle rocce. Quando i detriti si depositano sul fondo di un bacino sedimentario i detriti magnetici si orientano verso il campo magnetico terrestre esistente in quel momento. Datando la roccia ed osservando la direzione della magnetizzazione dei minerali magnetici, è quindi possibile ricostruire l'intensità e la direzione del campo magnetico della Terra nel passato. Queste analisi hanno consentito di stabilire, ad esempio, il ciclo di inversione dei poli magnetici ogni 500-600 mila anni sulla Terra.


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