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Il problema energetico nella storia

Il problema energetico accompagna la storia dell'uomo fin dalla prima comparsa delle prime civiltà organizzate. La prima fonte di energia ad essere sfruttata dall'uomo è quella più semplice, l'energia biologica della forza muscolare umana o animale. Ad esempio, i sistemi produttivi del mondo antico basati sulla schiavitù o quelli medioevali sulla figura del servo della gleba. L'uomo ha iniziato ad affrancarsi dalla schiavitù con il progresso e l'ampliarsi delle fonti di energia sfruttabili. Non è un caso che l'ottocento, secolo in cui la schiavitù è stata abolita in gran parte del mondo occidentale, coincide con il secolo dell'affermazione della macchina a vapore. Ancora prima della rivoluzione industriale non sono tuttavia mancate fonti di energia diverse da quella biologica. Basti pensare all'energia termica, presente nella storia dell'uomo fin dalla preistoria con la scoperta del fuoco. L'energia termica è utilizzata dall'uomo per riscaldare ed illuminare le abitazioni e per cuocere il cibo. Il mondo antico è una immensa foresta incontaminata e la risorsa energetica dell'energia termica, il legno, abbondante per tutti. Un'altra fonte d'energia del mondo antico è l'energia eolica, sfruttata per la navigazione sui mari e per alimentare rudimentali macine. Come anche l'energia idrica dei torrenti, anch'essa utilizzata nei mulini ad acqua per far girare le macine o piccoli macchinari. Il ricorso ai mulini è limitato ai soli luoghi dove le acque hanno un corso d'acqua ristretto, potente e sufficientemente costante. Il ricorso alle energie rinnovabili per le attività produttive è quindi molto limitato. Il costo della tecnologia è inoltre molto elevato e poco accessibile. Gran parte della produzione continua ad essere basata sull'energia muscolare di uomini e animali.

La rivoluzione industriale e la macchina a vapore

Nel settecento il progresso tecnologico modifica radicalmente l'ambiente produttivo e la società umana. L'energia termica, fino a quel momento sfruttata per riscaldare o illuminare, viene trasformata direttamente in energia meccanica tramite la macchina a vapore di Watt. La forza vapore consente di alimentare macchinari di ogni tipo senza alcun legame con lo spazio di produzione. L'uso della macchina a vapore si diffuse rapidamente nelle attività produttive e nei trasporti. Alla tradizionale risorsa energetica, il legno, si aggiungono altre risorse fossili quali il carbone (nel '700-800) e gli idrocarburi (nel '900). La società produttiva si affranca dall'energia biologico-muscolare e gran parte dei sistemi basati sulla schiavitù sono soppressi dalla nascente classe imprenditoriale industriale. Il passaggio non è privo di traumi. I vecchi sistemi produttivi basati sulla schiavitù continuano per molti anni a convivere accanto alle realtà industriali, fino allo scontro politico. Uno degli eventi storici più importanti in tal senso è la guerra civile americana, con il sud schiavista delle piantagioni di cotone da una parte e il nord industrializzato dall'altra.

La rivoluzione dell'energia elettrica e l'automobile

Alla fine del '800 l'invenzione dell'energia elettrica e dell'automobile rivoluzionano ulteriormente il sistema energetico mondiale. La macchina a vapore viene superata da sistemi più efficienti e rapidi. Il petrolio e il gas si affiancano al carbone come risorse energetiche. I nuovi sistemi produttivi e di trasporto sono di piccole dimensioni, facendo ben presto dimenticare il gigantismo industriale delle macchine a vapore, e accessibili a tutte le fasce sociali della popolazione. L'energia meccanica viene prodotta dai motori ad energia elettrica (motori elettrici) e dai motori a combustione a petrolio o gas. A queste risorse energetiche si affianca l'energia nucleare nella metà del novecento. Anche le moderne fonti di energia rinnovabile, cadute in disuso con l'età della macchina a vapore, tornano ad avere un ruolo come fonte di energia elettrica (es. fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermia, ecc).

La crescita del consumo energetico nel '900

Il novecento è il secolo in cui l'uomo può accedere facilmente a sconfinate riserve di energia fossile. I consumi energetici mondiali (fabbisogno energetico) crescono in progressione geometrica. Raddoppiano una prima volta tra l'inizio del secolo e il 1950, una seconda volta tra il 1950 e il 1970. Si tratta però di una crescita infinita soltanto in apparenza. La scarsità delle risorse d'energia fossili (petrolio, gas, carbone) si mostra al mondo interno nel corso degli anni '70 con le crisi e gli shock petroliferi. La crescita del fabbisogno energetico rallenta pur mantenendo un tasso di crescita molto elevato. Il costo delle risorse di energia fossile permane ancora oggi basso. Pochi però sanno dire con esattezza quanto ancora durerà ed il mondo si interroga sulla data presunta del picco petrolifero, oltrepassata la quale il prezzo dell'energia salirà in modo esponenziale.

Dualismo nord sud e scenari futuri

L'immensa accessibilità alle fonti di energia ha consentito nel novecento una rapida crescita del benessere e del progresso tecnologico. La distribuzione dei benefici ha tuttavia riguardato soltanto una parte della popolazione mondiale. I paesi industrializzati (circa il 20% dei paesi mondiali) consumano la maggior parte dell'energia globale. Gran parte della popolazione umana abita nei paesi non industrializzati del terzo mondo, non conosce l'energia elettrica e soddisfa ancora oggi il proprio fabbisogno energetico di base tramite le biomasse tradizionali (legno e sterco essiccato). Il dualismo tra il nord del mondo benestante e il sud del mondo arretrato è tuttavia uno scenario non sostenibile. La crescente scarsità delle risorse, le grandi migrazioni internazionali e lo sviluppo economico di molti paesi ex-poveri stanno progressivamente mutando lo scenario energetico mondiale. Da questo momenti in poi il futuro diventa cronaca e le pagine della storia ancora da scrivere.


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