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Introduzione alla finanza etica

Le attività microimprenditoriali e la difficoltà di accedere al credito. Le attività microimprenditoriali hanno il grande problema di non poter accedere al credito. Si tratta infatti di piccole attività individuali o famigliari, prive di garanzia o di stabilità e pertanto rifiutate dai canali creditizi tradizionali. Un problema evidente nei paesi in via di sviluppo e nelle aree in crisi economica.

Il finanziamento di queste attività è detta microfinanza o microcredito, viene erogato tramite associazioni o consorzi fondati per risolvere questo problema. Le associazioni rientrano nel grande settore della Finanza Etica, raccolgono i risparmi dei cittadini del nord del mondo (in molti casi anche donazioni) per erogare microfinanziamenti a persone del sud del mondo. Evitando in questo modo che grandi prestiti siano malgestiti dai tanti intermediari che si frappongono fra chi dona e chi deve ricevere.

I beneficiari del prestito non sono le istituzioni o i governi, bensì i piccoli produttori, allevatori, artigiani e commercianti che grazie a questi microprestiti riescono ad avviare una propria attività lavorativa nel proprio paese. Appartengono alle classe sociali disagiate ed in difficoltà. Il prestito consente loro l'opportunità di generare un reddito da lavoro per poter assicurare cibo, cure mediche, assistenza scolastica ai propri figli ed una vita dignitosa senza dover essere preda dell'emigrazione o dello sfruttamento.

Lo sviluppo delle microattività nei paesi in via di sviluppo permette la crescita delle comunità locali e di conseguenza uno sviluppo sostenibile "dal basso" mediante una "cooperazione decentrata" tra individui del Nord (donatori o risparmiatori) e del Sud del mondo. Senza alcuna intermediazione governativa.

Per la finanza etica l'accesso al credito è un diritto di tutti.


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