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Energia nucleare nel mondo

Chi produce l'energia nucleare? Sono circa 440 i reattori nucleari attivi nel mondo. I paesi con maggiore presenza di reattori nucleari sono i seguenti:

  • 104 negli USA
  • 59 in Francia
  • 53 in Giappone

Le centrali nucleari nel mondo producono complessivamente 370 gigawatt, pari al 16% della produzione mondiale d'energia elettrica. Un dato consistente ma ben lontano dai 1000 gigawatt stimato negli anni '70 per i nostri anni. L'incidente di Chernobyl negli anni '80 frenò l'ottimismo verso l'energia nucleare per la consapevolezza delle gravi conseguenze in caso di incidente. Va tuttavia detto che dall'incidente di Chernobyl (avvenuto per cause in gran parte dovute all'errore umano) la tecnologia è stata notevolmente migliorata a vantaggio della sicurezza. I paesi che soddisfano il proprio fabbisogno energetico interno tramite l'energia nucleare sono i seguenti:

  • Francia: 76% fabbisogno energetico interno
  • Paesi dell'Europa dell'Est: 40-50%
  • Unione europea: 35%
  • Paesi OCSE: 25%
  • USA: 20%

Il caso della Francia è unico al mondo. Il 76% dei consumi energetici francesi sono soddisfatti mediante reattori nucleari. Seguono i Paesi dell'Est, le cui centrali nucleari obsolete identificano una pericolosa eredità del precedente regime sovietico. Desta attenzione il caso degli USA, il paese dove il nucleare è nato, dove la produzione di energia dal nucleare non supera ancora il 20%. L'Europa soddisfa mediamente il 35% del proprio fabbisogno energetico interno tramite l'uso di centrali nucleari. Sul dato pesano fortemente i reattori nucleri francesi.

Nel futuro si prevede un minore impiego dell'energia nucleare?

Nonostante i dati favorevoli al nucleare (soprattutto la situazione francese) secondo l'IAEA (International Atomic Energy Agency) il peso dell'energia nucleare rispetto alle altri fonti di energia era destinato a ridursi entro il 2020. Questa previsione è datata 2004 e sembra essere stata smentita dagli ultimi eventi della politica energetica internazionale. L'affermazione e l'ascesa di nuovi paesi sullo scacchiere mondiale (es. Cina e India) e la conseguente crescita della domanda di energia mondiale ha spinto alla cantierizzazione di nuovi reattori nucleari. In Asia sono attualmente in cantiere almeno 15 nuove centrali nucleari (Cina, Corea del Sud, India e Taiwan). La situazione in Europa e negli Stati Uniti merita invece un livello di approfondimento maggiore. L'assenza di investimenti nella costruzione di nuove centrali nucleari in Europa negli anni '90 è un dato di fatto. La Finlandia è stato l'unico paese europeo ad avere messo in cantiere nell'ultimo decennio del '900 la costruzione di una nuova centrale nucleare (centrale di Olkiluoto, attiva entro il 2010). L'approccio nei confronti del nucleare da parte dei paesi europei è radicalmente mutato nel corso del primo decennio degli anni duemila. L'effetto serra e il caro petrolio hanno fatto riavvicinare all'energia nucleare anche i paesi occidentali più scettici. Agli inizi degli anni duemila molti paesi europei nuclearizzati (Svezia, Germania, Olanda e Belgio) avevano deciso di non sostituire le attuali centrali nucleari al termine del loro ciclo produttivo. L'acuirsi del problema ambientale e le cicliche crisi del petrolio e del gas hanno però rimesso in discussione il destino del nucleare in Europa. La politica prevalente in questi ultimi anni tende a prolungare la vita delle centrali nucleari europea, in attesa di una possibile risposta ai problemi del nucleare da parte della ricerca scientifica. Prevale pertanto una politica di attesa. Alcuni paesi, come l'Italia, hanno infine radicalmente ribaltato la propria posizione, siglando il ritorno ufficiale all'energia dall'atomo.


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