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Eco Packaging

L'imballaggio dei prodotti rappresenta una delle principali cause della produzione dei rifiuti, con conseguente problema di smaltimento (discarica, incenerimento). In ambito marketing l'imballaggio/confezionamento è conosciuto con il termine "packaging" ed è una delle principali leve del marketing. L'aspetto della confezione di un prodotto gioca un ruolo importante nella decisione di acquisto d'impulso ma, come già detto, costituisce anche un problema sociale a valle del processo di consumo. Il ciclo di vita di un bene può essere più o meno lungo, quello del packaging è invece sempre corto. Dopo pochi giorni o al massimo dopo poche settimane la confezione di un prodotto diventa un rifiuto solido urbano. Per eco-packaging si intende il rispetto dei criteri di sostenibilità finalizzati a ridurre gli aspetti negativi del confezionamento. Possiamo delineare tre diverse strade di eco-sostenibilità per il packaging.

Imballaggi con materiale biodegradabile

L'uso del materiale biodegradabile per produrre i confezionamenti permette agli agenti naturali di assorbire e scomporre l'imballaggio una volta entrato nel ciclo dei rifiuti, riducendo la necessità di ricorrere alla discarica o di procedere all'incenerimento. Il tipico esempio di materia biodegradabile è la bioplastica. Esiste già ma costa dieci volte di più della plastica tradizionale.

Confezioni con materiale riciclato

L'uso di materiale riciclabile per il confenzionamento consente di recuperare e riutilizzare l'imballaggio per molti cicli di prodotto. E' il caso del vetro, del cartone, dell'alluminio. In passato l'uso del materiale riciclabile era penalizzato dall'aspetto grezzo e poco presentabile. Negli ultimi anni le tecniche di riciclaggio hanno raffinato la qualità del prodotto riciclato, rendendolo del tutto simile alla materia prima di primo utilizzo. In quest'ambito svolgono un ruolo di fondamentale importanza la raccolta differenziata e l'attività di riciclaggio.

Confenzioni meno ingombranti

E' il cuore dell'eco-packaging. Una confezione ridotta al minimo indispensabile evita d'ingrossare inutilmente la discarica vicino casa. Attualmente non esistono regole o standard qualitativi sull'entità del confezionamento. Le aziende europee possono liberamente scegliere il packaging che preferiscono, grande o piccolo che sia il prodotto contenuto. Difficile sperare in atto di volontà delle imprese. Sarebbe irrazionale. La confezione grande, colorata e ingombrante valorizza il prodotto, aumentando la percezione del suo valore da parte del potenziale cliente. Per spingere le imprese ad incamminarsi lungo la strada dell'eco-packaging esistono due distinte politiche:

  1. Imporre uno standard qualitativo nel confezionamento.
    E' la strada di lungo periodo in quanto l'introduzione di uno standard comporta costi produttivi aggiuntivi, perdita di concorrenza interna e una naturale reazione al cambiamento. Basti pensare a Kyoto e alle difficoltà di attuazione.

  2. Seguire una strategia Eco-Label
    E' la strada meno traumatica per le aziende. L'uso dell'etichetta 'eco-packaging' consente ai consumatori di riconoscere e premiare le aziende che decidono spontaneamente di ridurre l'uso dei materiali nel confezionamento. L'eco-packaging trasforma l'handicap in una leva di marketing addizionale, soddisfacendo un bisogno immateriale dei consumatori (rispetto dell'ambiente, riduzione dei rifiuti in discarica). L'eco-packaging non è più soltanto parte del marketing 'verde'. Il problema dei rifiuti in discarica o inceneriti colpisce l'intera cittadinanza, con o senza sensibilità ambientalista.


https://www.ecoage.it/eco-packaging.htm







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